La bibliografia della tesi presenta un elenco ordinato delle fonti che sono state usate nella ricerca universitaria. Essa include libri, articoli, pagine web e altri documenti. Per dare credibilità al tuo elaborato, la bibliografia garantisce che le fonti possano essere controllate. Così si evita il plagio.

L’inserimento della bibliografia è tra i momenti più importanti nella redazione della tesi di laurea, proprio per questo non devi considerare la bibliografia come un semplice elenco di libri e articoli. Perché? È solo grazie alla bibliografia finale che la tua tesi acquisisce valore, veridicità, credibilità e permette di non incappare nel rischio di plagio. Per molti studenti, però, la bibliografia porta uno stato d’ansia. Temono di sbagliare una virgola o di omettere un dato necessario. In verità, hanno ragione, perché anche l’uso di uno stile non appropriato può portare a delle difficoltà che, inizialmente, se non si è abituati, possono sembrare insormontabili. La precisione dei dettagli, effettivamente, è la chiave di volta per distinguere un lavoro fatto con poca attenzione da una ricerca ben sviluppata.

Occorre capire che preparare una bibliografia non rappresenta un’azione automatica. Offre piuttosto un’occasione per pensare al proprio percorso di ricerca. Ogni citazione descrive una parte dello studio che ha condotto alla redazione della tesi. Seguire le norme non vuol dire restringere la creatività, ma assicura il riconoscimento e la valorizzazione del proprio scritto in ambito accademico.

Non sai come fare la bibliografia della tua tesi di laurea? In questa guida ti mostreremo come formattare la bibliografia universitaria in modo professionale. Ti presenteremo gli strumenti utili a prevenire gli sbagli più frequenti, a differenziare i diversi stili di formattazione previsti, e a darti gli esempi per capire al meglio come preparare una bibliografia senza imperfezioni.

Vedrai, sarà più facile del previsto se seguirai passo dopo passo le nostre istruzioni!

 

Cos’è la bibliografia della tesi e perché è importante

La bibliografia è un elenco di tutte quelle fonti utilizzate e citate durante la ricerca e sviluppo della tua tesi di laurea. Non sottovalutarla mai, perché:

  • Dà credibilità al tuo lavoro: grazie alla bibliografia è dimostrato come le tue argomentazioni siano basate su fonti affidabili e che la tua ricerca abbia un valore accademico.
  • Permette di verificare le informazioni: il relatore o altri lettori possono controllare l’origine delle tue affermazioni sviluppate nello scritto. Possono valutare i materiali consultati, comprendere ciò che ha permesso di sviluppare le tue eventuali interpretazioni. La trasparenza data dalla bibliografia è molto importante nel lavoro accademico, perché permette di verificare ogni dato.
  • Il suo inserimento è obbligatorio: non hai scelta, tutte le tesi universitarie devono includere una bibliografia finale, completa e corretta. Trascurare tale aspetto porta al rischio di ricevere critiche sulla superficialità e, nei casi più gravi, si possono ricevere accuse di plagio.

Le regole generali per creare una buona bibliografia

Per creare una bibliografia ben costruita, osserva le seguenti regole:

 

  • Sii coerente e costante nello stile: usa lo stesso stile per ogni citazione in modo da dimostrare attenzione ai dettagli e facilitare chi legge nel muoversi tra i dati.
  • Indica i riferimenti di ogni autore in ordine alfabetico: seguendo l’ordine alfabetico del cognome dell’autore, o un numero, a seconda dello stile adoperato, è facilitata l’individuazione dei riferimenti. In tal modo si evita ogni implicita priorità tra gli autori, mettendoli tutti sullo stesso livello d’importanza.
  • Indica sempre informazioni complete: nella bibliografia ogni elemento di informazione ha una funzione. Il nome dell’autore identifica la persona che ha scritto la fonte consultata. Il titolo distingue l’opera di riferimento. L’anno posiziona il testo nel tempo, dando modo di capirne il contesto. L’editore indica una pubblicazione che ha credibilità. Con i contenuti in rete, invece, l’URL e la data di consultazione permettono di controllare il contenuto, anche se nel tempo il contenuto può subire modifiche o sparire. Il non inserire uno di questi elementi toglie credibilità alla citazione.
  • Separa le fonti (non è obbligatorio): il dividere le fonti cartacee da quelle digitali, se previsto, non riguarda solo l’aspetto pratico, ma è un modo di organizzare il tuo lavoro. Indica come hai impostato i riferimenti, considerando le caratteristiche dei diversi mezzi.

 

I principali stili bibliografici usati in Italia

La scelta degli stili bibliografici non è solo una questione di forma, ma indica i bisogni specifici di ogni campo accademico. In Italia, ci sono diversi modi di citare, ognuno dei quali con aspetti propri che rispondono alla necessità di chiarezza, precisione e controllo della ricerca.

I diversi stili si distinguono in:

  • Stile APA (American Psychological Association): utilizzato soprattutto nell’ambito della psicologia, delle scienze sociali e in alcuni casi della medicina. Con la sua struttura semplice (con il cognome dell’autore, l’iniziale del nome, l’anno di stampa tra parentesi, il titolo scritto in corsivo e le informazioni editoriali) risponde a un bisogno di velocità, tipica di queste materie. La forza dell’APA sta sulla sua capacità di mostrare subito quanto la fonte sia autorevole mediante il cognome in primo piano, e quanto è attuale grazie all’indicazione dell’anno. Lo stile privilegia le parentesi, non le virgole o i punti, così produce un ritmo visivo tutto suo.
  • Stile MLA (Modern Language Association): questo stile ha un’impronta umanistica ed è utilizzato per gli studi letterari e filosofici. A differenza dell’APA, lo stile MLA include il nome completo dell’autore, non solo l’iniziale. Omette le parentesi attorno all’anno, inserendolo alla fine della citazione. Il MLA tende a semplificare la punteggiatura, utilizzando una struttura più narrativa che tecnica. Per i libri, non è inserita la città di pubblicazione, diversamente dall’APA, perché è considerata meno utile negli studi umanistici.
  • Stile Chicago: usato soprattutto negli ambiti storici ed economici, può essere sia con note a piè di pagina unite a una bibliografia finale, oppure un sistema autore-data come l’APA. La versione con note offre un pregio, perché consente di porre commenti e osservazioni sulla pagina, molto utile per studi come la Storia dove la contestualizzazione delle fonti è basilare. Si caratterizza per essere particolarmente dettagliata perché indica il numero delle pagine di un libro o informazioni sulla sua edizione.
  • ISO 690 (International Organization for Standardization): usato come standard accademico europeo in ambito tecnico e scientifico. Si caratterizza per l’uso di citazioni numeriche nel testo (per esempio [1], [2-3]). Tali numeri rinviano a una lista bibliografica completa posta in fondo al documento. L’ISO 690 è utile per discipline con un alto numero di riferimenti a dati tecnici o a formule matematiche.

 

Riassumendo:

STILE AMBITO TIPICO CARATTERISTICHE PRINCIPALI
APA Psicologia, scienze sociali Cognome intero, iniziale nome, anno, titolo, editore
MLA Lettere, filosofia Cognome intero, nome intero, titolo, editore, anno
Chicago Storia, economia Note a piè di pagina + bibliografia finale dettagliata
ISO 690 Standard accademico europeo Citazioni numeriche, riferimenti completi

 

 

Come scrivere correttamente una voce bibliografica

Esempio libro (stile APA):

Rossi, L. (2020). Introduzione alla sociologia. Milano: Mondadori.

Esempio articolo:

Bianchi, A. (2018). L’identità europea nei media. Rivista di comunicazione, 12(2), 45–60.

Esempio fonte web:

Ministero dell’Istruzione. (2023). Linee guida per la tesi. Recuperato da: https://…

 

Esempio libro (stile MLA):

Eco, Umberto. Come si fa una tesi di laurea. La nave di Teseo, 2017.

Esempio articolo:

Calvino, Italo. “Il romanzo come spettacolo”. Strumenti Critici, vol. 12, no. 2, 1998, pp. 145-160.

Esempio fonte web:

Accademia della Crusca. “L’uso del congiuntivo nella lingua contemporanea”, 10 marzo 2023, https://www.crusca.it.

 

Esempio libro versione note (stile Chicago):

Carlo M Cipolla, Tra due culture: Introduzione alla storia economica (Bologna: Il Mulin, 1988), 45.

Esempio articolo versione bibliografia:

De Rosa, Luigi. “La rivoluzione industriale nel Mezzogiorno”. Rivista di Storia economica 34, no. 1 (2018): 3-28.

Esempio fonte web:

Ministero dei Beni culturali. “Statistiche dei musei italiani del 2021”, Ultimo accesso 27 luglio 2025. https://www.beniculturali.it.

 

Esempio libro (stile ISO 690):

[1] MANZONI, Alessandro. I promessi sposi. Milano: Mondadori, 2015. 412 p.

Esempio articolo:

[2] FERRARI, Giulia. Analisi degli stili di apprendimento negli universitari. Giornale Italiano di Pedagogia, 2019, vol. 12, n 4, p. 56-72. DOI: 10.1234/5678

Esempio fonte web:

[3] EUROSTAT. Tassi di occupazione nell’UE: 2022 [online]. 2023 [citato 10 gennaio 2024]. Disponibile su: https://ec.europa.eu/eurostat.

 

Strumenti utili per creare la bibliografia automaticamente

La compilazione manuale delle citazioni occupa tempo e porta a inevitabili errori, specie se si usano molte fonti. Per fortuna, esistono degli strumenti digitali che eseguono questo processo in modo automatico, permettendo di risparmiare tempo ed evitare refusi.

Tra gli strumenti disponibili per creare la bibliografia automaticamente vi sono:

  • Zotero: gratuito e open source, tra le sue funzionalità vi è l’estrazione automatica dei metadati dalle pagine web, dai PDF e dai database accademici. È un plugin per Word, ovvero un componente aggiuntivo sia per Word che LibreOffice, che inserisce nel testo citazioni e produce bibliografie in automatico. Inoltre, permette di condividere le informazioni tra ricercatori. Supporta 10.000 stili diversi di citazione, e personalizzabili, inoltre può essere integrato con i browser (Chrome, Firefox) per salvare le fonti con un semplice click. È ideale per tesi di laurea lunghe.
  • Mendeley: gratuito e open source, estrae dati dalle pagine web, PDF e database accademici, permettendo di semplificare l’organizzazione delle fonti. Per mezzo di un’estensione per Word e LibreOffice, inserisce citazioni nel testo e crea in modo automatico l’elenco bibliografico. Permette anche a persone che cercano di dividere insiemi di fonti. Questo strumento è ideale per chi lavora con gli articoli scientifici.
  • Citethisforme: è una piattaforma che permette di inserire manualmente i dati come il codice ISBN, DOI, URL o cercare il titolo dell’opera. Si caratterizza per avere un’interfaccia semplice, adatta a chi preferisce non installare ulteriori programmi. Tuttavia, in confronto a Zotero o Mendeley, le informazioni bibliografiche sono meno precise. Per questo motivo, è preferibile il suo uso per gli studenti che stanno iniziando ad approcciarsi alla tesi o per chi gestisce un piccolo numero di fonti.
  • Google Scholar: mostra un modo veloce per avere riferimenti bibliografici (sotto ogni risultato vi è il bottone “Cita”, che crea citazioni negli stili più comuni come APA, MLA, Chicago, ISO 690). Un suo pregio è la velocità, perché bastano pochi click, senza bisogno di registrazione. Però, a volte i dati non sono precisi, vi possono essere dei titoli con errori di maiuscole, date mancanti o altri particolari da controllare. Non consente di tenere le fonti in un insieme ordinato, ed è per questo che bisogna sempre controllare prima di impiegarlo in modo definitivo.
  • Funzione “citazione” in Word: funzione disponibile in Microsoft Word che permette di controllare le citazioni senza usare programmi esterni. Grazie alla sezione dedicata su “Riferimenti” si possono scrivere a mano i dati della bibliografia, ovvero autore, titolo, anno, e così via. Fatto ciò, Word prepara i dati nello stile scelto, come APA, MLA, Chicago, ecc. Alla fine, la bibliografia viene prodotta da sola con un solo passaggio. Il vantaggio principale è il collegamento diretto nel documento, non servono installazioni extra né azioni fuori dal file su cui si scrive. Tuttavia, questa opzione appare meno comoda quando le fonti da usare sono svariate e può presentare qualche errore nei particolari di formattazione, come l’uso di maiuscole o la punteggiatura.

 

Conclusione: una bibliografia ben fatta fa la differenza

Una buona bibliografia mostra la qualità della tua ricerca. Se un riferimento non è preciso, una fonte non è segnalata o un link non funziona, tutto ciò può intaccare la fiducia nel tuo lavoro. Per evitare una possible penalizzazione da parte del tuo relatore, presta attenzione a questi quattro errori comuni:

 

Uno stile disordinato: usa sempre lo stesso formato per tutte le citazioni. Quando sono scritte con formati diversi o in modo disordinato (a volte un cognome precede il nome, altre volte un nome precede un cognome) la lettura diventa difficile e la bibliografia non appare chiara. Perché ciò accade? Le citazioni si prendono da strumenti diversi e si copiano. Oppure un programma le produce e non vengono controllate. Spesso le modifiche sono fatte a mano solo su alcuni elementi e non su tutti gli altri. Dare una forma coerente e omogenea è un riguardo per chi legge.

Fonti mancanti: indica tutte le opere che hai consultato. L’assenza di una fonte inclusa nel testo può creare confusione per il lettore, che ha difficoltà a trovare il riferimento associato. Fai attenzione, perché questa mancanza può apparire come plagio, anche se non voluto.

Siti non affidabili: evita blog personali o Wikipedia come sorgenti principali, trova sempre fonti autorevoli. Sono sconsigliati per via della mancanza di una revisione dei contenuti, oppure non è possibile identificare l’autore o un ente editoriale riconosciuto. Proprio per questo, un docente potrebbe avanzare delle obiezioni. L’utilizzo di queste fonti si può attuare solo in una fase iniziale, senza però inserirle nei riferimenti ufficiali.

Link non funzionanti: controlla che gli URL funzionino e siano interi (articoli senza il DOI, siti che vengono aggiornati) perché può minare la verifica delle fonti.

 

Una bibliografia ben fatta fa la differenza

Ricordati sempre: una bibliografia ben fatta fa la differenza perché costituisce una sezione tecnica del tuo scritto. Una raccolta organizzata delle fonti consultate comunica attenzione ai particolari. Per qualsiasi domanda e dubbio, chiedi sempre assistenza a un insegnante o a un servizio di supporto per tesi.

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